Una nuova strategia per un vaccino antinfluenzale universale

Una nuova strategia vaccinale mira a una parte stabile del virus influenzale, promettendo una protezione duratura. Test su topi e furetti hanno dato risultati positivi.

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Questi promemoria potrebbero diventare obsoleti? (PhotobyTawat/Shutterstock.com)

Una nuova strategia vaccinale potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo l’influenza, ponendo fine alla necessità di vaccinazioni annuali. Questo approccio mira a una parte del virus influenzale che è meno soggetta a mutazioni, offrendo la prospettiva di una protezione duratura. I primi test condotti su topi e furetti hanno dato risultati promettenti, aprendo la strada a possibili sviluppi per l’uomo.

La ragione per cui dobbiamo sottoporci ogni anno al vaccino antinfluenzale è legata alla gravità della malattia e alla sua rapida diffusione tra le persone. L’influenza stagionale provoca circa mezzo milione di morti all’anno ed è quindi fondamentale preparare il sistema immunitario con vaccini che mirano alle proteine sulla superficie del virus.

Tuttavia, il virus dell’influenza è noto per la sua capacità di mutare rapidamente, rendendo necessario un costante aggiornamento dei vaccini per far fronte alle nuove varianti. Gli scienziati monitorano attentamente le tendenze delle stagioni influenzali passate per adattare i vaccini ai ceppi virali più diffusi, sebbene il sistema non sia perfetto.

Il vaccino antinfluenzale si concentra principalmente su due proteine di superficie del virus: l’emagglutinina e la neuraminidasi. L’emagglutinina, in particolare, è cruciale per stimolare la produzione di anticorpi nel nostro organismo e rappresenta il bersaglio principale del vaccino.

Il nuovo approccio vaccinale proposto si distingue per la sua capacità di indirizzare il sistema immunitario verso una parte specifica della proteina emagglutinina, chiamata “gambo”. Questo metodo innovativo è stato testato su topi e furetti, dimostrando un’efficacia sorprendente nel prevenire la malattia e ridurne la gravità.

I risultati preliminari degli esperimenti condotti su topi e furetti sono stati molto positivi. Gli animali trattati con il nuovo vaccino hanno mostrato una maggiore resistenza all’influenza rispetto a quelli sottoposti a un vaccino tradizionale. Tuttavia, è importante sottolineare che ulteriori studi sono necessari per confermare l’efficacia di questo approccio e valutarne l’applicabilità agli esseri umani.

Il percorso verso un vaccino antinfluenzale universale è ancora lungo e richiederà ulteriori ricerche e studi clinici per essere pienamente compreso e implementato. Tuttavia, i progressi finora compiuti rappresentano un passo significativo verso la realizzazione di un vaccino più efficace e duraturo contro l’influenza.

Questo studio, pubblicato su Science Translational Medicine, fa parte di un progetto di ricerca quinquennale che si propone di migliorare le strategie di vaccinazione contro l’influenza. L’attenzione verso la prevenzione dell’influenza rimane fondamentale, specialmente in un contesto in cui altre minacce virali come il COVID-19 possono distogliere l’attenzione dal pericolo costante rappresentato dall’influenza stagionale.

sezione di un arazzo del World Influenza Centre dell'Istituto Nazionale per la Ricerca Medica che commemora l'identificazione del virus dell'influenza nel 1933, con una foto di un furetto accanto a diagrammi del virus
I furetti e l’influenza hanno una lunga storia, è grazie a loro che abbiamo scoperto il virus nel 1933.
Yipu Lin (Centro Influenza OMS)/NIMR Londra tramite Flickr (CC BY 2.0)

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