Trapianto di reni fetali in utero: una nuova frontiera della medicina

Studio giapponese trapianta con successo reni fetali in utero per trattare difetti d’organo neonatali. Potenziale rivoluzione per la medicina

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Oggi topi, un giorno (sperabilmente) umani. (filipeeeeek/Shutterstock.com)

Scienziati in Giappone hanno recentemente annunciato di aver condotto con successo un innovativo trapianto di tessuto renale tra feti di ratto ancora nell’utero. Questo studio, sebbene debba ancora essere sottoposto a revisione tra pari, rappresenta un importante passo avanti verso la possibilità di xenotrapianti in utero nell’uomo.

La ricerca si è concentrata sulla sequenza di Potter, una condizione neonatale che può verificarsi quando il feto non dispone di sufficiente liquido amniotico durante la crescita. Tra i molteplici sintomi associati a questa condizione, vi è il grave coinvolgimento dei reni, che può causare malattie renali o addirittura impedire lo sviluppo completo degli stessi.

Secondo gli autori dell’articolo, pubblicato come preprint, i bambini affetti da questa condizione spesso non sopravvivono abbastanza a lungo per essere sottoposti a trattamenti come la dialisi. Pertanto, c’è un urgente bisogno di trovare soluzioni alternative per colmare questo divario fino a quando i pazienti non saranno abbastanza grandi per affrontare terapie più invasive.

Il team di ricerca ha trapiantato con successo reni di maiale fetali in feti umani, utilizzando un approccio altamente sperimentale. Il primo autore dello studio, Takashi Yokoo, della Scuola di Medicina dell’Università di Jikei, ha dichiarato che si tratta di un progetto pionieristico.

La complessa procedura ha coinvolto il narcotizzare ratti incinti e con attenzione esporre l’utero per il trapianto. I reni fetali sono stati prelevati dai donatori e iniettati attraverso la parete uterina nel feto ricevente, a una profondità di circa 5 millimetri sotto la pelle. I reni erano stati contrassegnati con una proteina fluorescente verde per verificare il successo del trapianto.

Il tasso medio di successo del trapianto è stato valutato all’88%. Dei nove feti trapiantati, tutti tranne uno hanno mostrato evidenze della proteina fluorescente verde alla nascita. Nonostante i reni fossero separati dai tratti urinari dei ratti, hanno mostrato un normale sviluppo e dovevano essere drenati manualmente dai ricercatori.

Un risultato interessante è stato l’inizio della crescita dei vasi sanguigni del ratto ospite all’interno del tessuto donatore, suggerendo una potenziale riduzione del rischio di rigetto del trapianto.

Il team ha anche testato con successo il trapianto di reni di topo fetali, un approccio interspecifico simile all’utilizzo proposto di reni di maiale negli esseri umani. Questo ha confermato la maturazione dei reni trapiantati e ha dimostrato minor danno tissutale rispetto al trapianto di reni fetali di topo in ratti adulti.

Nonostante si tratti di una ricerca ancora in fase iniziale, i recenti progressi nel campo dei trapianti d’organo, inclusi gli xenotrapianti, offrono nuove prospettive. L’idea di trapianti in utero potrebbe rappresentare una svolta per i bambini affetti da difetti d’organo di vario genere.

Il prossimo passo per il team di ricerca sarà ottenere l’approvazione etica per condurre esperimenti umani, anche se si prevede che ciò possa richiedere del tempo. Questo studio, non ancora convalidato dalla revisione tra pari, è stato pubblicato su bioRxiv e sarà seguito con grande interesse dalla comunità scientifica.

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