Nuove varianti COVID-19: la famiglia FLiRT

Le nuove varianti FLiRT, tra cui KP.2, presentano mutazioni nelle proteine spike e sollevano questioni sull’efficacia dei vaccini.

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Cosa ci riserva il COVID-19 prossimamente? (Gabriella Clare Marino/Unsplash)

C’è una famiglia di nuove varianti COVID-19 in circolazione, e almeno una di esse sembra pronta a contendersi il primo posto nella trasmissione. Queste varianti sono state soprannominate FLiRT, un acronimo che presto rivelerà il suo significato. Ecco cosa sappiamo su di loro finora.

Se pensate che sia passato molto tempo dall’ultima volta che è emersa una nuova variante COVID-19 di lettera greca, avete ragione. Attualmente, la maggior parte delle varianti in circolazione deriva dalla linea Omicron, come confermano i dati più recenti dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC). Le nuove varianti che si sono aggiunte alla lista provengono da JN.1, la variante che ha dominato all’inizio di quest’anno e che continua a rappresentare una grande proporzione dei casi.

Secondo il medico-scienziato Eric Topol dell’Istituto di Ricerca Scripps, le nuove varianti presentano mutazioni nelle loro proteine spike. In particolare, sono state individuate sostituzioni di amminoacidi, come la F con la L e la R con la T, che hanno portato alla creazione dell’acronimo FLiRT.

Una delle varianti della famiglia FLiRT, denominata KP.2, sembra essere attualmente la più diffusa, responsabile di circa un quarto delle infezioni secondo i modelli dei CDC. Tuttavia, Topol non prevede un’esplosione di casi legata a questa variante, definendola piuttosto una “ondaletta”.

Studi preliminari condotti in Giappone e pubblicati su bioRxiv hanno evidenziato che l’infettività di KP.2 è significativamente inferiore rispetto a JN.1, ma che la variante potrebbe diffondersi più facilmente e mostrare una maggiore resistenza alle risposte immunitarie. Questi dati, tuttavia, devono ancora essere sottoposti a revisione paritaria.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente raccomandato che le future formulazioni dei vaccini COVID-19 siano mirate a JN.1 e alle sue derivate, considerando l’incertezza sulle caratteristiche e l’impatto delle nuove varianti come KP.2.

Un recente studio pubblicato su Nature Medicine ha evidenziato che la fiducia nei vaccini rimane un tema complesso in seguito alla pandemia. Gli autori sottolineano l’importanza di costruire fiducia nei vaccini, compresa l’accettazione delle nuove generazioni di vaccini e dei richiami per il COVID-19, attraverso messaggi mirati da comunicatori affidabili.

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