Il buco blu più grande al mondo è più profondo di quanto si pensasse in precedenza e ospita un ‘tunnel’

Tre anni fa un team di scienziati ha scoperto il buco blu più grande del mondo, chiamato Taam Ja’, nella baia di Chetumal, in Messico. Oggi alcuni esperti, continuando ad analizzare la struttura, hanno scoperto che la grotta sotterranea è ancora più grande di quanto misurato in precedenza. Chiamati anche doline marine, i buchi blu compaiono quando il fondale marino è costituito da materiale solubile, come marmo, pietra calcarea o gesso.


Come si formano i buchi blu?


La nuova indagine a Taam Ja’ ha portato alla scoperta di una struttura che si estende fino a una profondità di 420 metri, 146 m più profonda della misurazione iniziale e 119 m più profonda del precedente detentore del record, il Blue Hole di Sansha Yongle. Situato nel Mar Cinese, è profondo “soli” 301 metri. Nel 2023, una spedizione subacquea ha cercato di identificare le condizioni ambientali di Taam Ja’, i cui dati sono stati pubblicati lunedì scorso (29) sulla rivista scientifica Frontiers in Marine Science. È stato utilizzato un profiler di conducibilità, temperatura e profondità: l’attrezzatura è dotata di una serie di sonde che valutano e trasmettono le proprietà delle acque locali. Gli esperti hanno individuato diversi strati dell’acqua, come uno che è di 400 metri e ha una temperatura e una salinità simili a quelle del Mar dei Caraibi e delle lagune coralline della costa. Ciò, secondo i ricercatori, indica che il buco blu potrebbe essere collegato all’oceano tramite una rete di tunnel e grotte ancora sconosciute.

Inizialmente, il Taam Ja’ veniva misurato utilizzando un ecoscandaglio, un dispositivo che invia onde sonore sul fondo dell’acqua e misura la velocità con cui ritornano per calcolare la distanza. Ci sono però delle limitazioni alla procedura, poiché la densità dell’acqua nei buchi blu può variare e ognuno di essi può avere forme inaspettate, non essendo completamente verticale. Con il profilatore di profondità la misurazione è stata più precisa, ma non è ancora riuscita a raggiungere il fondo della struttura sottomarina. L’attrezzatura ha una portata di 500 metri, ma il cavo si è spostato a causa delle correnti d’acqua o ha urtato una roccia, finendo per fermarsi a 420 metri. Per le future ricerche sul sito, il piano è di raggiungere il fondo ed esplorare la rete di grotte e tunnel di Taam Ja’, forse anche la sua biodiversità.