Ecco come i pianeti ‘in blocco mareale’ potrebbero ospitare forme di vita

Gli astronomi sono particolarmente interessati all’abitabilità di questo tipo di pianeti, che guardano sempre la loro stella dallo stesso lato, perché sono incredibilmente comuni nell’universo.

Il famoso autore di fantascienza Isaac Asimov li chiamava “mondi a nastro”: pianeti costretti a mostrare sempre una faccia alla loro stella madre. Il lato della stella è bloccato in un giorno perpetuo, la stella non scende mai sotto l’orizzonte come se il tempo stesso si fosse fermato. L’altro lato è, invece, intrappolato in una notte perpetua, un cielo splendente della luce di migliaia di stelle, che non conosce mai il calore della sua stella madre. E tra questi due estremi c’è un posto speciale: una linea terminatrice, il confine tra la notte e il giorno, una regione di crepuscolo infinito. Preso tra i due estremi, questo nastro che si estende come una cintura attorno a un pianeta potrebbe essere semplicemente una dimora per la vita, né troppo calda nel bagliore incessante della stella né troppo fredda nella notte infinita. Gli astronomi sono particolarmente interessati all’abitabilità di questo tipo di pianeti perché sono incredibilmente comuni nell’universo. Il fenomeno che caratterizza questi oggetti si chiama blocco delle maree ed è lo stesso motivo per cui la Luna mostra sempre la stessa faccia alla Terra. Le stelle possono fare la stessa cosa con i loro pianeti. Infatti, nel nostro sistema solare, Mercurio è quasi sincronizzato con il sole, ma la gravità di Giove mantiene il pianeta più piccolo in rotazione, anche se molto lentamente.


Mentre gli astronomi sospettano che ci siano un trilione o più di esopianeti nella Via Lattea, finora ne abbiamo rilevati solo poche migliaia. Con i nostri metodi rudimentali, tuttavia, siamo portati a vedere i pianeti che orbitano vicino alle loro stelle madri. Ciò significa che siamo eccezionalmente bravi a trovare corpi celesti rocciosi simili alla Terra vicini a piccole stelle nane rosse, come il sistema TRAPPIST-1 o anche il nostro vicino interstellare più vicino, Proxima b. Pianeti come questi sono quasi certamente bloccati. I pianeti che vivono in questa condizione devono affrontare molte sfide per quanto riguarda l’abitabilità, ma la è impossibile. Questo tipo di pianeta riceve un flusso infinito di luce e calore da un lato, senza fonti di calore esterne dal lato notturno. Se il pianeta riceve troppe radiazioni sul lato diurno, l’atmosfera può innescare un catastrofico ciclo di effetto serra, che probabilmente segnerebbe la fine di qualsiasi forma di vita. Nel lato notturno con temperature troppo basse, l’atmosfera semplicemente crolla, trasformandosi in ghiaccio che si deposita in superficie.