Ondata di caldo in India: bilancio di 2200 morti, si scioglie anche l’asfalto

Ondata di caldo senza precedenti per l’India, dove il poderoso aumento delle temperature ha portato, in appena dieci giorni di tempo, alla morte di oltre 1200 persone, ma poichè quest’ondata di caldo è destinata a perdurare ancora a lungo, è purtroppo lecito attendersi un bilancio di vittime ancor più serio. Stando alle mappe dei principali modelli matematici internazionali, l’ondata di caldo responsabile di questa strage è destinata a durare per almeno un’altra settimana, poi qualche infiltrazione fresca da Nord dovrebbe far calare di qualche grado le temperature, fino a riassestarsi nella media stagionale. E mentre in Italia ci sono stati temporali eccezionali con grandine e tempeste di fulmini, in India c’è l’ondata di calore più intensa da decenni, forse di sempre.

Il mese di Maggio, ma anche parte di quello di Giugno, è quello in assoluto più caldo per l’India, il Pakistan ed il Nepal, alle prese con l’emergenza post doppia forte scossa di terremoto. Le temperature sono in alcuni casi maggiori di 10°C alla media stagionale, ed in diverse grandi città dell’India settentrionale sono stati sfiorati i 51°C. Il caldo infernale è stato così elevato da provocare la fusione dell’asfalto. A differenza dei 50°C di Lunedì 25 Maggio, Nuova Delhi oggi non ha superato i 45.5°C, mentre Daltonganjè stata la località più calda dell’intera India, con 47.8°C. Stando ai media locali, numerosissimi in India, il numero delle vittime si sarebbe attestato a 1242, ma di ora in ora si aggrava.

Ondata di caldo in India: bilancio di 1200 morti, si scioglie anche l'asfalto

Ondata di caldo in India: bilancio di 1200 morti, si scioglie anche l’asfalto

Da segnalare, purtroppo, il totale disinteresse dei media sulla vicenda, ed anche gli “sfottò” inneggianti la condizione dei nostri due marò trattenuti in India ormai dal 15 Febbraio del 2012. Non neghiamo, anche noi di Scienze Notizie siamo estremamente amareggiati da questa logora vicenda, ma questo non significa che bisogna disprezzare la morte di oltre 1200 persone, molte delle quali ignare della vicenda dei nostri marò, morte a causa di una delle peggiori ondate di caldo mai registratesi nel mondo, zone desertiche a parte.